Sabato 18 marzo 1995
Fondata a Carrara nel 1735 e rinata nel 1994
Rifiorisce l’Accademia Aruntica
Vuole ridare nuovo lustro alla cultura carrarese
Aronte è quei che al ventre gli si atterga,che ne' monti di Luni,
dove ronca lo carrarese che di sotto alberga, ebbe tra i bianchi marmi la
spelonca per sua dimora; onde a guardar le stelle e il mar non gli era la
veduta tronca.
(Dante, Inferno XX)
"Nell'anno 1735 fioriva in Carrara un' Accademia
letteraria per promuovere specialmente lo studio della Storia Universale e
Patria, come quella di Massa fondata nel 1733, nel qual tempo dovrebbe essere
stata fondata anche quella di Carrara, poiché queste due città
sorelle hanno sempre fatto a gara nell'emularsi e imitarsi in ogni bella istituzione".
Così, nel suo manoscritto, il canonico Pietro Andrei descriveva i fasti
dell'Accademia e Colonia Arcadica Aruntica di Carrara, aggregata all'Arcadia
di Roma. I membri di questa Accademia carrarese non potevano essere più
di 12 e si ammettevano gli altri come soprannumerari e aspiranti. L'Accademia
Letteraria di Carrara fu rifondata nel 1787 da vari carraresi e fu aggregata
all'Arcadia di Roma ed eretta in Colonia con l'approvazione speciale di Maria
Teresa Cybo. Da allora in poi, come facevano tutte le Accademie d'Italia e
come aveva fatto anche quella di Massa, si occupò quasi solamente di
componimenti poetici e di ragionamenti accademici.
Il 12 novembre 1808 l'Accademia e Colonia Aruntica si unì all'Accademia
di Belle Arti di Carrara per celebrare nel Duomo di S. Andrea Apostolo i funerali
di Giovanni Fantoni, Accademico Aruntico con il titolo di "Lirico".
L'8 novembre 1824 Massa festeggiava l'arrivo del suo primo Vescovo, Francesco
Maria Zoppi, e a Carrara si riuniscono gli Accademici Aruntici per celebrare
la festa dei quattro Santi Protettori dell'Accademia di Belle Arti di Carrara
e l'innalzamento della statua dedicata a Maria Beatrice dello scultore carrarese
Pietro Fontana. Dopo quel tempo il canonico Andrei annotava sui suoi appunti
di non aver trovato più nulla dell'Accademia.
Il 4 dicembre 1994 l'Accademia Aruntica è tornata alla luce. Nel palazzo
Del Medico in Carrara, piazza Alberica, si sono riuniti, per iniziativa del
dott. Claudio Pisani, dieci cittadini carraresi che hanno firmato l'atta costitutivo
dell'Accademia Aruntica di Carrara. I partecipanti si sono proposti di raccogliere
il consenso e l'attiva partecipazione di persone interessate ai problemi culturali
della città di Carrara e di sti-molare studi in campo storico, letterario,
poetico e artistico in genere, proseguendo idealmente l'attività svolta
due Secoli or sono dai loro predecessori, gli Accademici Aruntici. L'aspirazione
dei fondatori di dar nuovo lustro alla cultura carrarese non sembri immodesta
pretesa; essa è fondata sulla consapevolezza che nell'apparente disinteresse
del mondo odierno per le cose dello spirito si nascondono energie e qualità
intellettuali che possano e debbano essere attivate nell'interesse di tutti.
L'attività accademica si propone in particolare di promuovere nuovi
studi su Carrara, sulla sua storia civile e sulle sue tradizioni, di riscoprire
opere letterarie di carraresi illustri e pressoché dimenticati, di
riportare alla luce opere e scultori che hanno così fortemente contribuito
ad accrescere la fama di Carrara non solo per aver scolpito capolavori presenti
nei musei di tutto il mondo, ma anche per aver celebrato nel modo più
alto, con la loro arte, quel marmo che in Carrara ha il suo più importante
centro di produzione.
Tra i soci onorari vi è anche il prof. Loris Jacopo Bononi, socio di
diritto in quanto presidente dell'Accademia degli Imperfetti di Fivizzano,
che terrà il prossimo 25 giugno la relazione introduttiva inaugurale.
L'Accademia Aruntica ha, inoltre, chiesto a Bononi di poter disporre dell'edizione
originale cinquecentesca del poema "L'amor di Marfisa" di Danese
Cataneo, grande scultore e letterato eminente, nativo di Colonnata di Carrara,
per poterne realizzare una ristampa anastatica. Il prof. Bononi ne scriverà
l'introduzione e mette a disposizione il volume che fa parte della biblioteca
di letteratura italiana di Castiglione del Terziere. Ricorre questo anno il
quarto centenario della morte di Torquato Tasso che fu sincero amico del Cataneo,
per cui la ristampa suddetta potrà costituire tramite alle Celebrazioni
Tassiane.