Giovedì 28 Dicembre 2000
L'Aruntica
studia l'editoria dell'800.
In città
le tipografie si diffusero in ritardo rispetto alla Lunigiana
M. Munda
CARRARA. Le stamperie a Carrara? Nascono in ritardo rispetto
a molte città vicine come Massa, Sarzana, Fivizzano, Pietrasanta, dove
erano in funzione da secoli e i successori di Gutemberg ai piedi delle cave
di marmo non sono quasi mai carraresi ma personaggi che vengono da fuori.
E' questo, in sintesi, quello che è emerso sulle stamperie di Carrara
durante l'ultima giornata di studio che l'Accademia Aruntica ha dedicato alle
antiche stamperia di tutta la provincia di Massa e Carrara.
Così, mentre in Lunigiana Iacopo da Fivizzano stampava già nel
'400 e, a Massa, Della Dote era già attivo nel '600 - ed è nota
a tutti la tradizione dei librai di Pontremoli - a Carrara bisogna aspettare
l'unità d'Italia per avere notizia del primo tentativo di impiantare
una tipografia. E a proporlo (la richiesta non ebbe seguito) sarà un
forestiero: Alessandro Ponthenier già titolare della tipografia civica
di Sarzana. Non solo: livornese è il primo tipografo che nel 1868 apre
bottega a Carrara: Giovanni Edoardo Bigazzi agente assicurativo per «La
National».
Da fuori vengono anche gli altri tipografi. I giovanissimi
soci Onorato Martini e Amalchide Martinelli, che avranno guai con la giustizia
per aver stampato un opuscolo repubblicano, sono originari rispettivamente
di Livorno e Lucca; Cesare Papi è senese e approda a Carrara dove,
nello «sdruciolo dei Groppini», apre la «Tipografia Carrarese»
dopo aver svolto la professione tra Livorno e La Spezia.
I Sanguinetti sono originari di Chiavari e prima di intraprendere l'avventura
tipografica nel 1885 in un fondo di via Garibaldi, dove rilevano la stamperia
di Igino Drovandi, gestivano dal 1845 un commercio di chincaglierie in piazza
Alberica. Nino Malagoli, direttore della «Tipografia Lunense»
ed editore di numerose guide, viene dal levante genovese; Gino Catelani giunge
a Carrara nel 1921 dalla nativa Fivizzano, mentre negli anni'30 da Borgo Val
di Taro arriva Eugenio Bassani.
Ma perché quasi tutti gli stampatori attivi a Carrara dall'Unità al fascismo vengono da fuori e perché così tardi? Innanzi tutto l'esistenza di una disposizione ducale che assegnava alla sola Massa il «privilegio» di disporre di stamperie e non a caso, oltre Foce, i Frediani sono stati per moltissimo tempo «stampatori ducali».
C'è poi una ragione culturale, più difficile da dimostrare ma che affonda le radici nel tempo e che ancora oggi si coglie in alcuni aspetti della vita cittadina. Carrara è una città estremamente pratica dove si bada all'essenziale, intenta alla estrazione e lavorazione del marmo piuttosto che alla cultura (anche se poi ricavare opere d'arte dal marmo è pur sempre una forma culturale), poco o punto preoccupata di far circolare le idee attraverso la carta o di riprodurre e diffondere i classici latini come avveniva già nel '400 nella raffinata e non lontana Fivizzano.