Lunedì 8 Novembre 1999
I
Silici, artisti carraresi celebri a Madrid
Ricostruite le affascinanti vicende storiche della famiglia
di scultori
di Maurizio Munda
CARRARA. Da
Carrara al palazzo dell'Escurial di Madrid, presso la corte spagnola che li
chiamò su indicazione di un altro carrarese, lo scultore Giovan Domenico
Olivieri, fondatore della prima accademia di belle arti spagnola.
Dei Silici, famiglia di scultori carraresi del XVIII secolo che ha lasciato
una notevole produzione artistica in terra iberica, ha parlato Maria Luisa
Tàrraga Baldò, ricercatrice del Centro De Estudios Historicos
di Madrid del «Consejo Superior de Investigaciones Cientìficas
(l'equivalente del Cnr italiano), intervenendo alla riunione di studio della
Accademia Aruntica tenuta nel salone nobile di palazzo Sarteschi Del Medico
Staffetti di piazza Duomo. «Una Accademia che sta svolgendo un lavoro
imponente e importante per tutta la città» ha detto il sindaco
Lucio Segnanini in apertura, «un lavoro apprezzato e seguito con particolare
interesse anche dalla amministrazione civica impegnata in quel rilancio culturale
della città che presto vedrà anche il recupero dell'ex convento
di S. Francesco e della villa della Padula». Presenza di prestigio alla
Aruntica quella della Tàrraga Baldò, studiosa esperta, collaboratrice
di molte riviste specializzate, con un eccezionale curriculum di studi, giunta
appositamente dalla Spagna per parlare dei Silici, una famiglia di artisti
di Carrara, tanto sconosciuti in patria quanto celebri a Madrid per i numerosi
capolavori lasciati, molti dei quali oggi conservati al Prado. Una ricerca,
quella che la studiosa spagnola sta conducendo nella sua terra, tutt'altro
che chiusa perché molteplici sono stati i contatti anche con altri
artisti carraresi come Giovanni Baratta, Francesco Lazzoni, Sinibaldo Carpi
e Pasquale Del Medico. La Tàrraga Baldò ha ricostruito l'albero
genealogico della famiglia, ha studiato le opere dei Silici, ne ha mostrato
in diapositiva le sculture più importanti. «Studiare gli scultori
carraresi» ha detto in uno spagnolo amabile e comprensibile «non
è un lavoro faticoso ma un piacere». E in segno di riconoscenza
per gli studi eseguiti e per quelli ancora in corso, per aver favorito la
ricostruzione di vicende artistiche che rendono famosa nel mondo la città
di Carrara, la presidente del Soroptimist club di Apuania, Flavia Pedroni
Menconi, a nome di tutte le iscritte, ha consegnato alla Tàrraga Baldò
una borsa di studio.
In programma c'erano anche gli interventi di Francesco Dolci su «La
nobiltà: origini ed evoluzione nel tempo» e di Pietro Di Pierro
con «Stemmario delle famiglie carraresi». Un excursus preciso
e puntuale quello di Dolci sulla nascita e lo sviluppo della nobiltà,
una classe sociale con uno status distintivo che ha rappresentato forza e
potenza e che in tempi moderni ha esercitato un forte potere.
Di Pierro ha invece ricostruito gli stemmi di molte famiglie di Carrara, decine
e decine di «loghi» che identificano casati nobili e borghesi.
Chiese, ville, palazzi, epigrafi lungo le strade, cappelle cimiteriali, recano
i simboli della potenza che fu, alcuni ancora intatti, altri che hanno subito
la damnazio memoriae e la furia iconoclasta delle truppe napoleoniche.
In apertura Lanmarco Laquidara ha presentato tre sculture di Alberto Sparapani,
un carrarese di adozione che ha opere in molte città italiane, una
scultura fortemente ispirata da un senso religioso e di facile lettura. Le
relazioni di questa riunione, unitamente a quelle dello scorso mese di giugno
verranno pubblicate nel 5º volume di «Atti e Memorie» interamente
dedicato alle famiglie e ai palazzi storici della città, un volume
non esaustivo ma un primo grande passo verso la conoscenza di un mondo quasi
inesplorato dagli studi.